‘Progetto Popper e i suoi amici’, iniziato nel settembre del 2019 è il naturale proseguimento di quello che aveva come protagonista Ciko, uno dei rari casi di cane residenziale presso una struttura ospedaliera che, dal 2011 al 2019, ha prestato come pioniere la propria attività di pet therapist presso l’Hospice Il Tulipano dell’Ospedale Niguarda di Milano.
A Popper, un Labrador Retriever, è stato dato il compito di continuare sulla strada aperta da Ciko, prematuramente scomparso, pur nel rispetto della sua personalità e del suo essere, appunto, Popper.
Quale è questa strada?
Quella di essere un cane residenziale capace di fare sentire con la propria presenza costante in Hospice ai pazienti e ai loro familiari, lontani dalla propria casa e dall’intimità del proprio ambiente, che una normalità è ancora possibile malgrado la malattia, e quella di diventare un pet therapist, attività in cui lo guiderà la propria pet partner (la stessa che ha collaborato con Ciko) e che è stata ed è la mamma umana di entrambi.
Ma come si diventa un pet therapist?
Popper che dispone di una documentazione, regolarmente aggiornata, sul suo stato di salute, (condizione indispensabile per potere vivere in Hospice) ha portato a termine una prima formazione di base per cuccioli (puppy class) finalizzata a una sua socializzazione con luoghi, persone e altri animali (in Hospice è consentito portare propri pet).
Al compimento di un anno di età ha iniziato a seguire un percorso di addestramento molto strutturato che gli permetterà di lavorare in Hospice ‘a tempo pieno’ in due modalità.
- In primo luogo sarà il protagonista delle sedute collettive dedicate a quei pazienti parzialmente autonomi che potranno riunirsi nel soggiorno dell’Hospice.
- Affiancherà poi nelle sedute individuali Duke, un labrador di proprietà di operatori esterni di pet therapy, che settimanalmente offriranno ai pazienti non autonomi un servizio di pet therapy in camera.
Quali sono i risultati che ci aspettiamo da questo progetto?
- combattere la solitudine, la depressione, lo stress e l’ansia dei pazienti
- offrire svago e divertimento
- distrarre dal dolore e dalla malattia
- migliorare il sonno
- promuovere il ricordo di momenti belli della vita
- rendere più frequente o più semplice l’interazione paziente-personale e la relazione malato-familiari
- cancellare l’atmosfera clinica rendendo i rapporti più sereni e aggregando le persone
- avere effetti positivi anche sull’équipe, la quale necessita anch’essa di supporto, dato che si trova spesso a dover confrontarsi con la morte e con la perdita del paziente e da un conseguente senso di impotenza che abbassa le motivazioni e aumenta lo stress.
Parte dell’alimentazione di Popper è sostenuta da Maoripet